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Economia circolare, il compostaggio come esempio concreto

Maggio 22, 2023
Categories
  • Ares Ambiente
  • Impianto di compostaggio
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Nell’ambito dell’economia circolare, l’obiettivo principale è ridurre l’uso delle risorse e minimizzare gli sprechi, favorendo al contempo il riutilizzo, il riciclaggio e il recupero dei materiali.

La funzione dell’impianto di compostaggio è proprio quella di raggiungere l’obiettivo del riciclo e del reimpiego dei nostri rifiuti e costituisce un esempio concreto di economia circolare. 

Un impianto di compostaggio è una struttura progettata per trasformare i rifiuti organici, come scarti alimentari, sfalci di giardino e potature, in compost, che è un ammendante naturale. Questo processo di decomposizione degli scarti organici viene effettuato mediante l’azione di microrganismi, in condizioni controllate di ossigeno, umidità e temperatura.

L’impianto di compostaggio segue un ciclo circolare in quanto prende rifiuti organici che altrimenti sarebbero destinati alla discarica o all’incenerimento e li converte in un prodotto utile, il compost, che può essere impiegato per migliorare la fertilità del suolo nell’agricoltura, nell’orticoltura e nella gestione del verde urbano.

Questo processo promuove l’efficienza delle risorse, poiché riduce la dipendenza dai fertilizzanti chimici prodotti industrialmente e sfrutta le risorse locali e disponibili. Inoltre, contribuisce a ridurre le emissioni di gas serra e l’impatto ambientale associato alla gestione dei rifiuti.

L’impianto di compostaggio rappresenta quindi un esempio concreto di come l’economia circolare possa essere applicata nel settore dei rifiuti, trasformando un rifiuto in un prodotto di valore e creando un ciclo sostenibile che minimizza gli sprechi e massimizza l’utilizzo delle risorse.

Economia Circolare, quadro normativo di attuazione

In Italia e nell’Unione Europea, l’economia circolare è promossa attraverso diverse normative e direttive che mirano a favorire la riduzione degli sprechi, il riutilizzo, il riciclaggio e il recupero dei materiali. 

Come segnalato dal portale economia circolare di Confindustria Italia (link https://economiacircolare.confindustria.it/entrate-in-vigore-le-quattro-direttive-europee-sulleconomia-circolare/), “sono entrate in vigore il 4 luglio 2018 e gli Stati membri dovranno recepirle entro il 5 luglio 2020, le quattro direttive del “pacchetto economia circolare”, pubblicate sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea del 14 giugno 2018, che modificano 6 precedenti direttive su rifiuti (2008/98/Ce), imballaggi (1994/62/Ce), discariche (1999/31/Ce), rifiuti elettrici ed elettronici (2012/19/Ue), veicoli fuori uso (2000/53/Ce) e pile (2006/66/Ce).

Tra gli obiettivi delle nuove direttive è previsto il riciclo entro il 2025 per almeno il 55% dei rifiuti urbani (60% entro il 2030 e 65% entro il 2035) e parallelamente si vincola lo smaltimento in discarica (fino ad un massimo del 10% entro il 2035). Il 65% degli imballaggi dovrà essere riciclato entro il 2025 e il 70% entro il 2030. I rifiuti tessili e i rifiuti pericolosi delle famiglie (come vernici, pesticidi, oli e solventi) dovranno essere raccolti separatamente dal 2025 e, sempre a partire dal 2025, i rifiuti biodegradabili dovranno essere obbligatoriamente raccolti separatamente o riciclati a casa attraverso il compostaggio. Per quel che riguarda la discarica, il pacchetto Ue limita la quota di rifiuti urbani da smaltire a un massimo del 10% entro il 2035.”

 
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